About

Questo blog è una Galleria online 2.0 dove è possibile vedere ed acquistare le mie opere d'arte.

Giuseppe Cocco - Borzone de Signorio Sabellinasco a Roma nel 1957, m° Fotografo Artista dal 1977; Web Artista digitale 2.0 Figurativo Verista, Viaggiatore lento, con le mie opere di Urban and Travel Sketcher racconto Viaggi nell'Italia minore con la M maiuscola, grande giardino emozionale diffuso, realizzando Arte che diffondo in modo virale, grazie ad internet, con i miei blog, i profili social, vendendole sulle gallerie
online.

Chiunque può acquistare le mie opere sulle gallerie online nel numero nel formato e nella finitura che preferisce, su Redbubble anche sotto forma di merchandising, ed in base alle proprie disponibilità finanziarie, collezionarle e/o rivenderle al prezzo che desidera

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A 10 anni decido di essere fotografo, documentarista geografico a 12, quando, nel 1970, il mio professore delle medie, Giuseppe Civitelli, mi diede da leggere il libro di Folco Quilici "Sesto continente" della Collana Scrittori d'oggi per la scuola media.
Da allora Quilici diventa il mio mentore; comincio a comprare tutti i suoi libri, a vedere i suoi documentari. La passione principale la fotografia, poi col tempo ho iniziato a scrivere, ma la difesa di categoria dei giornalisti di penna non mi permetteva di dare i miei servizi chiavi in mano.

NE' RICCO NE' FAMOSO MA SOLO UTILE E FELICE, artista, filosofo, creativo, ascetico, visionario, contemplativo, lento, calmo, paziente per nascita e per scelta, lavoro con con sguardo lento; viaggio a passo lento (60 metri al minuto, rilevazione di Google), praticando l'ozio meditativo e creativo e le pause estatiche estetiche. Vivo guardando e ascoltando, con 5 sensi + 3 cuore mente spirito; successivamente trasformo gli scatti fotografici in acquarelli digitali. 

Con il mio progetto 2.0 - artistico etico estetico sinestetico -, attraverso l'uso delle immagini, vado oltre le parole. 
Il mio tentativo è creare racconti vissuti visuali ed icone emozionali che possano entrare a far parte dell'immaginario collettivo, rendendo consapevoli del vissuto.

Anima mediterranea, con radici tra Calabria, Campania, Liguria, Piemonte e un pizzico di Spagna mussulmana.
Creativo, artista, filosofo, nasco lento, scelgo di essere lento, meditativo contemplativo di indole, ascetico, un po' antropologo, etnologo, sociologo. 
Nel 1977 dopo il diploma artistico in architettura, intraprendo la professione di Fotografo documentarista. 

Uso l'Arte Visuale, mezzo di comunicazione che, con la sua forza evocativa emozionale, la potenza creativa e testimoniale, supportate da un linguaggio esteticamente “accattivante”, possono indurre alla riflessione, e grazie alla capacità di parlare un linguaggio tra i più comprensibili e coinvolgenti al mondo, cambiare le coscienze e creare opinione pubblica. Ispirate da sensazioni ed emozioni, la lentezza dello sguardo, hanno la capacità di indurre letture da cui scaturiscono pensieri, considerazioni, rimandi culturali.

L'Arte Visuale induce a meditare e riflettere, arricchisce la mente e lo spirito, evitando l’imbarbarimento di singoli e società, l'idolatria del denaro; il suo contributo al miglioramento “dell’estetica e dell’etica del quotidiano” e della qualità della vita, può dare realizzare un mondo migliore. 
L'auspicio è che il mio sguardo possa stimolare una nuova consapevolezza e percezione visiva.

Il mio stile di vita è eco-sostenibile ed etico-responsabile: 5 sensi + 2 mente e cuore; lento di costituzione e per scelta, cammino, osservo vedo guardo, riprendo, narro, fotografo con lentezza, praticando pause ed ozio meditativo e creativo; macchina video-fotografica al collo, computer online, viaggio slow e low cost, a piedi e in treno.

1982/1985 ricopro il ruolo di Photo editor e Fotografo delle Edizioni Cidas della Confcommercio, con le quali pubblico una serie di libri.

Nel 1985 vinco il premio "Leader del Turismo" per la collaborazione in qualità di fotografo e picture editor con la rivista "Viaggio in Italia".

1985/1990 ricopro il ruolo di Photo editor e Fotografo delle Edizioni Abete, per le riviste: "Viaggio in Italia" di cultura e turismo; "Esportare", "Notiziario Ortofrutticolo", "Export Alimentare", "Quality", periodici ICE - Istituto per il Commercio Estero; pubblico anche una serie di libri.

Nel 1989 vengo incaricato dall'Assessorato all'Urbanistica Assetto del Territorio e Tutela Ambientale della Regione Lazio, di realizzare la rilevazione fotografica della situazione urbanistica, paesistica e territoriale della regione, nell'ambito dei primi "Piani Paesistici e Territoriali di Coordinamento" (legge Galasso).

Nel 1997 mi iscrivo all'Ordine dei Giornalisti.

2004 inizio la docenza, in qualità di cultore della materia - presso le Libere Accademie di Belle Arti di Roma e di Aleppo (Siria) - per le cattedre di ripresa ed post produzione fotografica digitale, linguaggio e storia della fotografia.

2010 sono Segretario Nazionale del sindacato UGL Creativi.

2012 ricevo il premio nazionale per l'ambiente "Gianfranco Merli" con la motivazione: "per l'attività di fotografo attento alla rappresentazione di aspetti ambientali in riferimento alle problematiche turistico/culturali italiane, e l'impegno rivolto alla sensibilizzazione dei giovani" 

2016 sono entrato a far parte dei fotoartisti rappresentati e venduti dalla Galleria Alidem di Milano

Sono il responsabile per l'UCAI (Unione Cattolica Artisti Italiani) di Roma, del  settore espositivo e le attività fotografiche della Galleria La Pigna di Roma e coordino il Gruppo Fotografi Creativi La Pigna.

Iscritto alla SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) nella sezione Olaf Arti Figurative 

Ad ogni bivio, scelgo sempre di abbandonare la strada maestra, per vicoli piccoli e polverosi, per la strada meno battuta, e questo fa la differenza!
In tutte le "gare" corro con il mio passo, il mio ritmo, il mio tempo, e quando gli altri mi sfrecciano davanti, io continuo ad andare al mio passo, senza scoraggiarmi, senza sentirmi meno degno di quella corsa, corro gli stessi km in fondo, la strada è la stessa, solo il ritmo è diverso. 
Ma quando arrivo in fondo, io ho vinto la mia gara, ho conquistato la mia medaglia… 
È la mia vita, felice della diversità. 
Ho percorso gli stessi corridoi della scuola dei miei coetanei, fatto sport, frequentato gli stessi luoghi, ma facendo della diversità, l'unicità, la distinzione, la mia opportunità. 


Nella vita non cronometro il tempo e non calcolo il denaro; non mi stresso, non m'interessa quanto ci metto, non faccio il fotografo l'artista il pittore, perché sono un artista e l'Arte è la mia vita.
Inizio a fotografare a 10 anni e ad occuparmi di fotografia a 13; nel 1977 comincio a lavorare con la fotografia come documentarista geografico, facendo coincidere nella mia vita, creatività curiosità lavoro e passione.

Borzone de Signorio Sabelli (conte e marchese) da parte di madre, provengo da una famiglia nella quale ho antenati illustri tra i quali, oltre a 5 Papi ed 11 Cardinali, i pittori Luciano Borzone (Genova 1590-1645) e i figli e allievi Giovanni Battista Borzone, Carlo Borzone e Giovanni Francesco Maria Borzone (Genova 1625-1679), pittore e ad astronomo chiamato in Francia nel 1656 ad affrescare il castello di Vincennes (Lagrange); lo zio Luigi Ottavio Borzone de Signorio Sabelli; mentre, da parte di padre, Mimmo Rotella
La mia passione per la fotografia inizia fin da bambino. 
Lourdes: malati alla grotta
Già all’età di 8 anni, con un apparecchio “Ferrania Rondine” regalatomi dal nonno materno e la “Zeiss Super Ikonta” 4,5×6 cm di papà, scattai le mie prime foto in un viaggio a Lourdes.
Lourdes: statua di Bernadetta
Dopo aver conseguito il diploma di liceo artistico, ho scelto la fotografia come linguaggio narrativo.
Dopo 30 anni di fotografia analogica e collaborazioni cartacee, nata la Fotografia Digitale e la cross medialità, ho subito abbracciato con entusiasmo questi nuovi strumenti, arricchiti da nuovi linguaggi narrativi e piattaforme digitali e telematiche. 
Ho al mio attivo campagne fotografiche all’estero, dal Buthan al Nepal, dall’Albania al sud Sudan.
Ma il mio terreno preferito è sempre stato l'Italia minore con la M maiuscola, con i suoi territori, luoghi, identità territoriali materiali e immateriali - atmosfere, architetture, paesaggi urbani naturali rurali, gente di mare e di terra. 
Un impegno culturale e sociale, con il quale, attraverso lo sguardo lento e meditativo della fotografia creativa, ho sempre cercato di garantire una lettura/interpretazione, tra documentazione e testimonianza, esteticamente accattivante, in grado di dare concretezza visuale, allo spessore immateriale che caratterizza i temi sviluppati su territori, luoghi ed ambienti, coinvolgendo lo spettatore, proponendogli nuovi punti di vista e di lettura di luoghi e territori spesso vissuti ma sconosciuti e poco apprezzati.
Il mio auspicio è riuscire a restituire la bellezza e le emozioni provate al momento dello scatto; far soffermare a pensare, stimolare il dibattito e la presa di coscienza.
Quando incontro le persone, mi piace la buona conversazione. 
Mi piace il contraddittorio ma non la polemica aggressiva; cerco sempre le convergenze e mai le divergenze, ponendomi in ascolto e tentando di capire le ragioni dei mie interlocutori; amo l'incontro e l'arricchimento derivante dall'incontro con appartenenti a culture e religiose diverse. 
Sto bene in compagnia, ma anche da solo, con buone letture, buona musica, internet radio e televisione.

Filosofo, Asceta, Contemplativo, vado a piedi per vivere ciò che mi circonda ed avere il tempo di pensare; promuovo e testimonio il vivere con lentezza e consapevolezza, la decrescita felice (il vivere responsabile, consapevole, sostenibile, solidale), il cibo buono, pulito e giusto, il risparmio alimentare, ambientale ed energetico.

La fotografia è la mia vita e il mio modo di narrare la vita e fotografo per vivere, perdendomi tra sensazioni, emozioni e atmosfere, per non perdere me stesso. 
Lavorare è il mio sostentamento, ma non la mia ansia.
A chi pensa che sia facile se sei ricco, vorrei spiegare che, basta solo fermarsi a considerare che la vita è una e deve essere vissuta non nella corsa senza meta, finalizzandola al guadagno e allo spendere per guadagnare ancora, per raggiungere uno status sociale a danno del proprio rapporto con l'universo interiore.

Perché il segreto della felicità sta nel consumare poco, vivere con poco, accontentarsi, cercare l’equilibrio tra bisogni e necessità. 
I soldi non sono un buon motivo per affannarsi sempre, angosciati, prepotenti, in guerra con tutti e col mondo.
Io non sono ricco, sono un precario felice da sempre; incredibile ma è così.
Per campare mi basta poco. 
Vivo per la libertà individuale e sociale, non lasciando che la vita e la società bulimica e consumista, m'impongano ritmi e necessità, felice di essere diverso nella normalità di una vita ecocompatibile a misura d'uomo, perché non voglio sprecare il tempo che la vita mi regala, e che voglio regalare a chi incontro, a chiunque abbia bisogno del mio tempo.
Perché la vita è una bella avventura da vivere pienamente e consapevolmente. 
Ogni giorno si compone da sé e non so cosa accadrà, né me lo chiedo. 
Mi basta che in ogni momento, nessuno abbia più l’autorità di obbligarmi a essere o fare, contro la mia volontà. 
Nessuno, tranne chi mi vuole bene, chi condivide le mie scelte o per qualche ottima ragione.

Come detto cominciai ad appassionarmi alla fotografia durante l'adolescenza e continuai durante il liceo artistico. 
Il percorso è stato sempre tra cultura, arte, impegno sociale e politico. 
Scelsi di fare della fotografia la mia forma di espressione e di vita, in grado di esprimere e testimoniare, le mie emozioni e i miei punti di vista sul mondo.

(sopra Rondine Ferrania la mia prima macchina fotografica)
 
Quando iniziai, non esistevano scuole di fotografia né workshop, non c'erano in Italia e men che meno a Roma, gallerie specializzate, né musei o centri dedicati che studiassero e promuovessero la fotografia. 
L'unica città che ne faceva largo uso era Milano ed echi lontani provenivano dagli USA, conosciuti attraverso la lettura mensile delle riviste di fotografia: "Photo", "Progresso Fotografico", "Fotografare", "Tutti Fotografi", "Zoom", "Fotopratica"; alle quali si aggiunsero, tempo dopo, "Reflex" e per un breve periodo "Il Fotografo" e una bella rivista di eleganti reportage artistici, realizzati con una formula nuova in tandem da fotografi e firme del giornalismo di penna, "Infinito".  
Niente mostre fotografiche e pochi libri, tanto che tutti quelli usciti all'epoca li ho acquistati tutti,  costruendomi una discreta biblioteca dalla quale tanto ho imparato, grazie alle mie lunghe frequentazioni nella libreria di un libraio che divenne amico di lunghi pomeriggi di chiacchiere. 
Ho scoperto così il Lavoro dei fotografi della Farm Security Administration, l'organizzazione governativa che preparò l'opinione pubblica americana al New Deal, incaricando un gruppo di fotografi di documentare le condizioni di vita nelle zone degli Stati Uniti colpite dalla depressione dal 1935 al 1944. 
Anche conoscersi e potersi confrontare con autori importanti era difficile. 
Non era facile, quindi, costruirsi un futuro come fotografo. 
Questo non impediva certo di esplorare quello ci stava intorno, nonostante i pochi mezzi a disposizione. 
Farsi un background con miti, riferimenti e passioni personali diventava uno stimolo e una sfida continua. 
Così i miei miti, a quel tempo, erano i grandi reporter dell'agenzia Magnum e i protagonisti che vivevano la fotografia come impegno sociale, quasi come una missione di vita. 
Successivamente, dopo il mitico Henry Cartier Bresson, Gianni Berengo Gardin e Gabriele Basilico, passando per Mario Cresci che ebbi la fortuna di conoscere e con cui collaborai per un breve periodo quando svolgevo il mio ruolo di picture editor presso le edizioni Abete di Roma. 
Avrei dovuto attendere 30 anni per incontrare e parlare con i mie miti e maestri. 
Durante il percorso formativo completamente da autodidatta, mai terminato, entro in contatto con due maestri di vita: Umberto Santucci col quale, per un anno, ho approfondito i temi della lettura dell'immagine e il regista Ermanno Olmi che mi spronò a continuare, apprezzando i miei bianconeri e consigliandomi a passare al colore. 


Nel 1980 inizio a collaborare con l'agenzia "Studio X" di Parigi, la cui sede (Foto sopra) era in una bellissima fattoria a 28 Km da Parigi
Poi nel 1989 il primo grande incarico, ottenuto dall’Assessorato all’Urbanistica Assetto del Territorio e Tutela Ambientale della Regione Lazio, di realizzare, in collaborazione con equipe d’ ingegneri, architetti, urbanisti e sociologi, il progetto per la rilevazione fotografica della situazione urbanistica, ambientale e territoriale della regione, nell’ambito dei primi “Piani Paesistici e Territoriali di Coordinamento” sulla base della legge Galasso.

Così, con riferimento etico ed estetico, la fotografia è diventata per me missione e vita. 
Fare dell'immagine fotografica un documento e fare in modo che il documento diventi arte e comunicazione in grado di dare a quell'arte un'incommensurabile valore sociale. 
Grazie alle nuove tecnologie, fotografia digitale e telematica, trasformo il mio lavoro di fotografo, prima in comunicazione artistica multimediale, poi in pittura digitale.
Nel 2009 ideo Penisolabella nella convinzione che la Fotografia, la Creatività e l'Arte costituiscano per l'Italia e i suoi territori, il supporto culturale per un'educazione alla bellezza; e perché questo avvenga, gli italiani devono essere educati e resi consapevoli dell'elevatissima qualità del territorio come ragione per sentirsi Nazione.
Questa è la mission di Penisolabella che racconta e interpreta con l'Arte Fotografica, luoghi, territori, eccellenze e identità territoriali materiali e immateriali, luoghi meravigliosi, ricchi di bellezza, arte, architetture, paesaggi naturali e urbani, atmosfere, narrati attraverso lo sguardo lento, meditativo, contemplativo della fotografia. 
Occhio vivo e macchina fotografica sempre al seguito.

Ho documentato paesi del mondo (Albania, Romania, Grecia, Kenia, Sud Sudan, Nepal, Buthan, Siria) e tanta Italia, soprattutto del sud. 
In qualità di picture editor della rivista "Viaggio in Italia" ho vinto il premio "Leader del Turismo 1985".
Nel 2008 redigo il "decalogo" “Vivere con lentezza”.
Il mio impegno è fotonarrare, fotocreare, fotodivulgare, narrare creare e divulgare la fotografia, per promuovere la bellezza attraverso la fotografia e la fotografia attraverso la bellezza. Quando incontro le persone, mi piace la buona conversazione. 
Non mi piace la polemica aggressiva cercando sempre le convergenze e mai le divergenze, ponendomi in ascolto e tentando di capire le ragioni dei mie interlocutori; amo l'incontro e l'arricchimento derivante dall'incontro con appartenenti a culture e religiose diverse. 
Sto bene in compagnia, ma anche da solo, con buone letture e buona musica. 
Mi piace lavorare in casa e quando esco, vado a piedi per vivere ciò che mi circonda; sono favorevole alla pedonalizzazione delle città, all'uso dei mezzi pubblici, del vivere con lentezza, consapevolezza e ascetismo, alla decrescita felice, al cibo buono, pulito e giusto, all'educazione e al risparmio alimentare ed energetico. 
La fotografia è la mia vita e il mio modo di percepire, narrare ed interpretare la vita; fotografo per vivere, vivo per fotografare, perdendomi tra sensazioni, emozioni e atmosfere, per non perdere me stesso. 
Fotografare è il mio sostentamento ma non la mia ansia. 
A chi pensa che sia facile se sei ricco, vorrei spiegare che, basta solo fermarsi a considerare che la vita è una e deve essere vissuta non nella corsa senza meta, finalizzandola al guadagno e allo spendere per guadagnare ancora, per raggiungere uno status sociale a danno del proprio rapporto con l'universo interiore.

Il segreto della felicità sta nel consumare poco, vivere con poco, accontentarsi, cercare l’equilibrio tra bisogni e  necessità. 
I soldi non sono un buon motivo per affannarsi sempre, angosciati, prepotenti, in guerra con tutti e col mondo. 
Io non sono ricco. 
Sono un precario felice da sempre e senza pensione. 

Per campare mi basta poco, sono un asceta digitale, amo vivere con lentezza e mi sono riappropriato della salute fisica e mentale, rieducandomi iniziando dall'alimentazione. 
Per guadagnare i soldi che mi servono, faccio il fotografo e il pittore digitale; faccio ciò che amo fare. Vivo per la libertà, non lasciando che la vita e la società bulimica e consumista, m'impongano ritmi e necessità, felice di essere diverso nella normalità di una vita ecocompatibile a misura d'uomo, perché non voglio sprecare il tempo che la vita mi regala. Perché la vita è una bella avventura da vivere pienamente e consapevolmente. Ogni giorno si compone da sé e non so cosa accadrà, né me lo chiedo. Mi basta che in ogni momento, nessuno abbia più l’autorità di chiamarmi e dirmi cosa devo fare. Nessuno, tranne chi mi vuole bene, chi condivide le mie scelte o per qualche ottima ragione.

Vendo le mie opere d'arte fotopittorica attraverso 2 gallerie online, stampe per arredamento e foto oggettistica. 


Le mie fotografie, rispondono sempre alla volontà di raccontare in un’armonia estetica, frutto di ricerca di equilibri compositivi nelle forme, nelle sfumature di colore o di grigio, di luci ed ombre; la mia cultura artistica di base, oggi, anche grazie al digitale, mi porta a ricercare un risultato sinestetico che possa fondere tra loro pittura, scultura, grafica, fotografia, nel tentativo di raggiungere un equilibrio armonico musicale; dove l'armonia, che nella musica ha una volatilità fugace dovuta alla continuità nel susseguirsi delle note, trova nella fotografia un momento emozionale sul quale ci si può soffermare, tornare e ritornare.

Fotografo, contemplativo, meditativo, scatto fotografie, nell’intento di offrire bellezza in una visione positiva del mondo.


La Fotografia e il racconto visuale che ne deriva, sono frutto di uno stile ascetico, fatto di peregrinazioni, lunghe riflessioni e attente osservazioni, alla ricerca, del giusto soggetto, del migliore angolo visuale e del miglior modo di raccontare. Perché in una civiltà che produce e consuma velocemente immagini e informazioni, la fotografia, con la posa, la lentezza dello sguardo, la capacità di creare icone, è l’unico modo per non essere divorati. 
Il mio approccio contemplativo, padrone del tempo, ispirato da sensazioni, pensieri, considerazioni, rimandi culturali, mi fa leggere il mondo con la fotografia, narrandolo, ricercando un ordine e un equilibrio, nel caos della realtà che si pone davanti agli occhi; inquadrature in grado di circoscrivere tasselli di un mosaico che vanno componendosi, in una sintesi tra impressioni e stati d’animo e tutto ciò che si pone davanti all’obiettivo; frutto di scelte personali ben precise, che valorizzino il soggetto. Convinto, infine, che lo scatto fotografico sia solo il primo gradino della comunicazione, la uso per la realizzazione di progetti artistici multimediali.
Come la maggior parte delle professioni, in oltre 30 anni di attività, anche la fotografia ha subito una serie di cambiamenti evolutivi, e io con essa; un vero e proprio stravolgimento causato dalla rivoluzione digitale, ma ancor prima, da un mondo del lavoro e culturale, che mi hanno costretto a riconversioni e riposizionamenti continui.
Ma quello che per molti colleghi è stato vissuto come un handicap tecnologico depressivo, per me è stata un'opportunità per dare valore aggiunto alla fotografia: la possibilità di ampliare gli strumenti espressivi artistici e spazi espositivi online, senza spazio e tempo. 
Ho colto tutte le potenzialità offerte dalla tecnologia e dalla cross medialità, che mi permettono una maggiore libertà creativa e maggiori possibilità di condivisione di ciò che realizzo, attraverso i miei blog, e i miei profili sui social network.

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